I dati sono riportati nell’ultimo Parcel Shipping Index elaborato da Pitney Bowes, società statunitense quotata sui listini del Nyse che opera nel settore, fornendo anche servizi postali e per e-commerce.

Secondo l’analisi – che prende in considerazione gli invii b2c, b2b, c2b, nonché quelli c2c mediati da un operatore di pacchi di massimo 31,5 kg in 13 tra i mercati mondiali principali – complessivamente in Italia lo scorso anno le spedizioni sono ammontate a 1,4 miliardi, appunto 46 al secondo per 4 milioni di invii al giorno. La media è di 24 spedizioni all’anno per persona e di 55 per nucleo familiare.
Nel complesso il ritratto del 2021 fatto dallo studio è quello di un anno chiave per il settore, lievitato, dopo il crollo del 2020, del 21% fino a 159 miliardi di invii. Il mercato principale è sempre più quello cinese, che da solo ha generato 108 miliardi di spedizioni, ovvero circa 300 milioni al giorno. Un dato che è superiore – evidenzia il report – a quello delle spedizioni gestite in un intero anno in Svezia, il mercato più piccolo dei 13 analizzati (ma anche il più vivace, +33% dei volumi). Molto attivi anche gli Stati Uniti (21,5 miliardi) e il Giappone (9 miliardi).
Restando in Europa, ha volumi inferiori a quelli italiani, oltre alla Svezia, solo la Norvegia (114 milioni). Ben più grandi i mercati di Regno Unito (5,4 miliardi di pacchi spediti all’anno, con il maggior numero di spedizioni pro capite tra i paesi analizzati, ovvero 80) e Germania (4,5 miliardi), mentre la Francia ne ha gestiti per 1,7 miliardi.

Il report di Pitney Bowes evidenzia infine come nel 2021 i ricavi generati da questa attività a livello globale siano stati pari a 491 miliardi di dollari, ovvero il 17% in più del 2020, dei quali 188 riconducibili al solo mercato statunitense.